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Chapter4. I Norvegesi e il divertimento notturno


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Premessa: ok, sicuramente qualcuno avrà da ridire sulle mie prossime righe...bacchettone che stai per postare un commento critico sulla mia descrizione della serata tipica italiana, sappi che il mio è solo un abile espediente retorico per introdurre, e stressare, la differenza tra la nostra serata e quella norvegese ;-)

Breve descrizione della serata media italiana (nella fattispecie milanese): aperitivo alle 20, locale discretamente figo, bella musica, primo cocktail, cibo di qualità in quantità. Due chiacchiere, secondo cocktail, "stiamo ancora un po' qua tanto è presto e poi dobbiamo aspettare la Giorgia, doveva essere qui un'ora fa (ogni compagnia che si rispetti ha una ragazza cronicamente in ritardo...)". Cambio locale, birra ghiacciata o a scelta terzo cocktail, altre chiacchiere, generalmente pettegolezzi estremi rigorosamente sugli assenti. Intanto è l'una, dai, andiamo al Karma. Musica e consumazioni varie, il tempo vola, sono già le cinque, non c'è più nessuno, usciamo. Princi, cornetto tiepido e/o pizza, ultimi saluti, tutti a casa, Milano albeggia.

Erase and rewind.

Non brevissima descrizione della serata media norvegese (nella fattispecie bergenese):
Ore 18.00, pre-party: ci si ritrova a casa di qualcuno, ognuno porta per sè le proprie birre.

Piccola digressione: distinzione tra "alcolici" a Alcolici.
"alcolici": gradazione alcolica inferiore ai 5 gradi. In vendita al supermercato e nei centri commerciali esclusivamente entro le 18.00. Dopo l'ora X la legge norvegese sull'alcool impone ai negozianti di chiudere con una specie di saracinesca i frigoriferi e le gondole che ospitano birra e simili. Alcolici: real alcohol. In vendita in un unico punto vendita della città, il Vinmonopoliet e sottoposti a una tassazione pesantissima. Per farvi capire, un boccione di vodka di quella che piuttosto mi faccio uno shot di benzina costa l'equivalente di 30€. Let me say "oh fuck!".
Avete capito bene, è la più stupida, inutile e a mio parere controproducente legge proibizionista del mondo! Manco a Chicago negli anni '40!

È chiaro che la birra - a parte occasioni particolari e crisi di astinenza da vino e/o superalcolici - è l'unico "alcolico" alla portata di noi exchange students.
Al preparty si bevono generalmente 2-3 birre grandi, giusto per carburare, sgranocchiando orribili cip-ciap (trad. arachidi, pistacchi, patatine aromatizzate ai gusti più impensabili, ecc).

Ore 20.30. Ci si avvia alla disco. A scelta, Klubben, discoteca che si trova dentro (!!!) la nostra università, o qualche club - non male - in città. Generalmente nei club ci sono più ragazze che ragazzi, non chiedetemi perchè. Tutti dannatamente ubriachi, ovviamente di birra. Qualche sera fa al Metro, un sotterraneo adattato a minidisco, frequentato quasi esclusivamente da (ex)pornostar, c'era una tizia gonfia come un cocomero e vestita in modo leggermente volgare, seduta da sola al suo tavolino che si beveva la sua birra tranquilla - ripeto, da sola; poi di scatto ogni cinque minuti si alzava, si metteva a ballare si strusciava anche gli instrusciabili, e se ne tornava al tavolino, sguardo perso nel vuoto, bicchiere in mano. Si vedono scene un po' tristi, sì...

Seconda piccola digressione: la musica in Norvegia.
I Dj dei club qui a Bergen sembrano molto più ubriachi della gente che balla in pista (che, vi garantisco, ha tasso alcoolemico niente male). La selezione dei brani è assolutamente random: così ti capita di sentire il tormentone di questa estate in Norvegia, Det Loser Sej, di Timbuktu, un imprecisato rapper svedese...e subito dopo Summer of '69, di un Brian Adams un po' datato, per poi passare a qualche minuto di frenchhouse di quella che spacca, concludendo poi il coerentissimo medley con qualche pezzo dei Beach Boys (!!!). Fate voi.

Tornando a palla, dicevamo, birra a fiumi anche in disco, e quando dico fiumi intendo "nonc'èunapersonacheescadalklubbenconmenodiseipinteincorpo".

Ora 22. Pista gremita, per entrare bisogna letteralmente sgomitare.

Ora 24. La disco di svuota, pian piano la gente inizia a defluire e andare a dormire.

Ciao mitici, vado a farmi una partita a biliardo (ho scoperto che nel block di fronte al mio c'è una sala biliardo pubblica, aperta tutto il giorno, giusto di fianco ad una reading room...la tentazione è troppo forte!!!)

PS. in realtà questa è l'idea che mi ero fatto della vita notturna norvegese nella prima settimana di permanenza a Bergen. In realtà, almeno nei club in centro, la serata finisce ben dopo la mezzanotte (2.30-3.00)...

Foto: Ale, Lucille e l'amica stronza di Lucille al Klubben


2 Responses to “Chapter4. I Norvegesi e il divertimento notturno”

  1. Anonymous Anonimo 

    hai parlato delle serate milanesi e mi sono sentito tirato in causa... direi descrizione perfetta!!! il duo karma - princi mi ricorda qualcosa.. no?? ormai sembra passato un secolo. ti sei dimenticato della sportellata sull'amica che gentilemnte aveva accompagnato 4 persone in macchina!!!
    beh... adesso so cosa portarti quando verrò a trovarti... tu trovati un po' di succo di pera (e se preferisci anche due bottigliette di crodino... hihi!!)per il resto ci penso io...
    a presto furiclasse!!!
    Davide

  2. Blogger jacodeauss 

    Bei ricordi Dave!!!! Che serata...
    Bottigliette di crodino??? Quello è il passato, il prossimo traguardo è: lattine di coca da 33cl!!!
    Per la "pera-pera" qui, come ho già scritto, nessun problema!

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